Venerdì 17 Maggio 2024

Bugie, ecco perché nasce il vizio di dirle

Uno studio inglese ha analizzato i cambiamenti nell'attività cerebrale quando diciamo bugie, che ci portano dei vantaggi

Il nostro cervello si abitua alla disonestà - Foto: Larry Lilac / Alamy

Il nostro cervello si abitua alla disonestà - Foto: Larry Lilac / Alamy

Il cervello si abitua alle bugie. A rivelarlo è uno studio, pubblicato sulla rivista 'Nature', del dipartimento di psicologia sperimentale dello University College of London. La nostra attività cerebrale si adatta alle emozioni negative e tende a essere sempre meno sensibile ai comportamenti disonesti. Ecco perché una persona che inizia a mentire tante volte, difficilmente perderà questo vizio. LO STUDIO I ricercatori hanno preso in considerazione 80 soggetti con un età compresa tra i 18 e i 65 anni. I partecipanti hanno dovuto indovinare il numero di monete contenute in un barattolo, per poi comunicare la risposta a un'altra persona sconosciuta tramite un programma per pc. Alcuni di loro, inoltre, sono stati messi in condizioni particolari: se mentivano sulla quantità degli spiccioli, potevano godere di un vantaggio a spese di un'altra persona o meno.

Le persone che hanno ottenuto un vantaggio a proprio interesse (anche a discapito di un altro soggetto dell'esperimento) hanno avuto una tendenza a essere sempre più disonesti sul numero di monete. Ecco perché, successivamente, un campione di partecipanti ha preso parte allo stesso identico esperimento, ma sotto risonanza magnetica funzionale. IL CERVELLO SI ADATTA ALLA DISONESTÀ Dagli esami è emersa una diminuzione dell'intensità del funzionamento dell'amigdala, l'unica area cerebrale che ha un ruolo nella disonestà e che si attiva in base all'intensità delle emozioni. Questa parte, man mano che i partecipanti dicevano bugie per favorire se stessi, lavorava sempre meno in entrambi gli emisferi. Nel cervello si sono verificati un adattamento alle sensazioni provocate da una menzogna e un'inclinazione a ripetere lo stesso schema, senza una percezione della negatività di quel comportamento. Una bugia tira l'altra, quindi, anche perché il nostro cervello si abitua alle emozioni che essa provoca.